Gli erbari costituiscono uno strumento fondamentale per conoscere la biodiversità e per declinare attraverso la bellezza le nostre relazioni con i vegetali. Si tratta di collezioni di piante pressate, seccate e sistemate, in modo definitivo, su fogli raccolti all’interno di fascicoli. Per questo motivo vengo definiti “erbari essiccati” o “exsiccata” e i più antichi risalgono alla metà del Settecento, ma la storia della loro forma è antecedente. Originariamente, alla fine del 1500, prima della conservazione di esemplari secchi, le piante venivano infatti descritte mediante illustrazioni e queste raccolte costituivano i così detti “erbari figurati” molto usati per fini didattici, ad esempio per far conoscere le piante officinali ai futuri medici del tempo. Dalla fine dell’Ottocento invece gli erbari sono divenute vere istituzioni accademiche, creando veri orti ‘secchi’ dotati degli esemplari tipo che costituiscono la base di confronto per l’individuazione di nuove specie e per il riconoscimento di specie di difficile identificazione. Il loro scopo è mutato andando verso le necessità tassonomiche e sistematiche con cui la Botanica cataloga e spiega le relazioni tra piante.
Anche tra gli exsiccata esistono varie tipologie di erbari. In un erbario scientifico propriamente detto sono riportati il nome della specie, famiglia, località, note sull’ambiente, la data, chi l’ha raccolta e l’ha determinata poiché il loro scopo è prevalentemente quello di identificare e catalogare le specie vegetali secondo un preciso ordine. Tra questi, possono esservi erbari più generici o più connotati geograficamente e così sulla base della provenienza delle specie raccolte si definisce l’erbario generale (provenienza da più parti del mondo), regionale (aree territoriali simili e limitrofe) o locale (localizzate in un preciso territorio). In un erbario medico o farmaceutico vengono invece riportati usi, ricette terapeutiche annesse alle piante, mentre un erbario personale non ha scopi tassonomici o di natura medica ma il fine è spesso quello educativo o di diario personale Spesso sono più curati a livello estetico e su un singolo foglio possono essere presenti composizioni floreali, mentre possono mancare tutte quelle informazioni essenziali per l’uso scientifico.
Le collezioni dell’Orto Botanico di Parma includono tutti i tipi di erbario e non riguardano solo piante superiori ma anche funghi.
Erbario Casapini
Antico erbario di piante medicinali intitolato Naturalis Botanicae Icon, composto da 5 grandi fascicoli (o tomi) e comprendente 197 campioni. Fu terminato nel 1722 dal medico e botanico Giovan Battista Casapini e dedicato al Marchese Maurizio De Sanctis consigliere del Duca Francesco Farnese. I campioni sono contornati da cornici elaborate e ciascuna specie presenta la prima lettera del nome a colori in oro. Vengono riportate annotazioni sugli usi terapeutici e sulle località di raccolta (parmense e piacentino). Degli erbari del Casapini solo due sono giunti fino a noi: uno è conservato a Modena e l’altro all’Orto Botanico dell’Università di Parma, dove giunse nel 1921 per concessione della Biblioteca Palatina.
Erbario Albertina Sanvitale
Erbario personale allestito all’età di 11-13 anni dalla contessa Albertina Sanvitale, figlia della Duchessa di Parma Maria Luigia. È costituito da frammenti di piante essiccate, fissate a doppi fogli con filo e sistemati fra due cartoni a forma di volume. Riporta in lingua francese la località di raccolta delle specie e riferimenti a monumenti, strade e personaggi. La raccolta dei campioni è stata per lo più effettuata negli anni 1828-1830 in occasione di viaggi in Svizzera, Germania e Italia. I campioni sono raccolti in composizioni estetiche molto raffinate, ma per quanto avesse avuto come insegnante Giorgio Jan, eminente botanico, manca la determinazione delle specie raccolte. Per questo motivo la sua rilevanza più che scientifica è storica, da interpretare come un diario di viaggio e di memorie.
Erbario Giorgio Jan
Erbario costituito da 43 pacchi o centurie (raccolta di cento campioni) che costituiscono a loro volta quattro erbari: Flora Italiae superioris. Parma 1820 (36 centurie). Herbarium technico-georgicum. Parmae 1820 (2 centurie); Herbarium toxico-medicum. Parmae 1820 (1 centuria); Herbarium portatile. Parmae 1820 (4 centurie). L’intero erbario era costituito diciasettemila specie con novantottomila esemplari, ma fu trasportato da Jan a Milano presso il Museo Civico al momento della sua nomina in Lombardia. Presso l’orto botanico di Parma è conservato il pregiato e originale erbario portatile, di dimensioni ridotte (18×13 cm) ornato da fregi in oro e destinato al riconoscimento diretto sul campo. Si tratta di un erbario scientifico che riporta il nome della specie, dati e luogo di raccolta. Jan già assistente presso l’Università di Vienna, nel 1816 ottenne la cattedra di professore di botanica presso l’Università di Parma, diventando direttore dell’Orto botanico prima del trasferimento a Milano.
Erbario Gardoni
Enorme e originale erbario generale, allestito dalla raccolta alla determinazione, essicazione e conservazione delle piante, dal farmacista e speziale Luigi Gardoni nel periodo 1836-1878. È un erbario ideato attraverso un ordine sistematico delle piante come indicato dal naturalista e tassonomo De Candolle. L’erbario è costituito da un totale di 268 fascicoli e oltre 10.000 schede contenenti campioni essiccati di piante provenienti sia da Parma che da altri paesi europei ed extraeuropei. Sono inoltre presenti 447 scatole contenenti semi, radici, foglie, frutti (e falsi frutti), prodotti, materiali pubblicitari, illustrazioni e porzioni di libri, oltre ad annotazioni manoscritte di varia natura e oggetti associati agli usi delle piante. Gardoni proveniva da una antica famiglia di farmacisti ai quali, fino alla quarta generazione, fu data in concessione l’antica spezieria San Giovanni Evangelista. Si laureò in chimica e farmacia e dedicò 40 anni della sua vita a collezionare piante e ad allestire l’erbario con grande impegno, facendone una vera e propria ragione esistenziale che trasuda dalle parti manoscritte.
Erbario Passerini
Erbario di fine Ottocento costituito da una collezione di piante fanerogame e crittogame (in particolare funghi e parassiti saprofiti di piante utili). La collezione fanerogamica comprende 60 pacchi in cui sono conservati campioni con informazioni riportanti località e habitat di raccolta. La parte crittogamica rappresenta la raccolta scientificamente più preziosa, comprende 6 pacchi di specie di micromiceti per lo più raccolte nel parmense. Passerini incontrò Giorgio Jan, all’epoca direttore dell’orto botanico di Parma, con cui instaurò un rapporto di amicizia e collaborazione che lo portò a succedergli come professore di botanica e direttore dell’orto. Censì la flora del parmense pubblicandola in un lavoro dal titolo “Flora dei contorni di Parma”. Descrisse generi nuovi di funghi che lo portarono ad essere considerato tra i più illustri micologi al mondo. Inoltre si dedicò con impegno allo studio dei parassiti delle piante utili. Fu uno dei primi in Italia ad introdurre il microscopio utilizzato sia come strumento didattico che nel campo della ricerca scientifica.
Erbario Bolzon
Erbario scientifico in cui sono raccolte piante, funghi e licheni principalmente dell’appennino parmense e del nord Italia. Bolzon insegnò scienze naturali presso diverse scuole in Italia, in particolare a Carrara. I suoi contributi maggiori riguardano la catalogazione delle piante dell’appennino parmense, reggiano e di alcune zone del nord Italia.
Erbario Matthia Lobelio
Erbario illustrato, ovvero composto da immagini anziché da materiali vegetali essiccato, intitolato “Plantarum seu stirpium icones”. E’ datato 1581 e fu realizzato con la tecnica dell’incisione su legno. Lobelio fu un botanico fiammingo che viaggiò in diverse parti d’Europa, raccogliendo piante che poi descrisse e illustrò in varie opere.
Erbario di Heinrich Christian Funck
Erbario del 1820 che raccoglie numerose specie di briofite, soprattutto muschi e sfagni. L’autore, di formazione farmacista, fu un botanico e briologo tedesco co-fondatore della società botanica di Regensburg.