Foglie morte che non lo sono
“Lasciamo appositamente alcuni frutti e fiori appassiti sugli alberi e per terra, per consentirti di osservarli nell’arco di tutta la loro esistenza e per farli restare nelle dinamiche naturali (humus, nutrimento per animali e insetti). Analogamente e con l’eccezione dei principali sentieri e dei luoghi in cui vi siano rischi per i visitatori, parte delle foglie cadute dagli alberi è lasciata di proposito al suolo.”
Così recita una delle indicazioni sullo spirito di gestione del nostro orto botanico, esposto all’ingresso. Il 5 dicembre era il World Soil Day, un’occasione che come molte “giornate mondiali” andrebbe ricordata e resa operativa tutto l’anno.
Sotto i nostri piedi, nei campi, nei prati, nei boschi e anche nelle aiuole di parchi e giardini, un’eclettica comunità di organismi del suolo lavora giorno e notte in uno straordinario sforzo coordinato che sostiene la vita sulla Terra come racconta questo bellissimo video delle Nazioni Unite.
Il suolo è per molti versi la miniera e la fabbrica della vita, per tenere attive le sue fucine deve essere alimentato regolarmente. Ad esempio con le foglie autunnali, che offrono rifugio e nutrimento a un gran numero di organismi in attesa di temperature più miti.
Anche per questo, oltre che per riempirci gli occhi di colori diversi dal verde, abbiamo approfittato della chiusura forzata per lasciare a terra più foglie del solito.