Ellebori, ubriachi e un posto caldo
Non è raro che in natura una funzione nasca unendo domanda e offerta o, per usare un gergo economico, dall’esternalizzazione di un servizio. È il caso dell’elleboro, che fiorisce anche su Alpi e Appennini già verso la fine dell’inverno, quando l’aria è ancora pungente e gli insetti in giro ancora pochi e infreddoliti. Cosa c’è di meglio di un posto caldo in cui rifocillarsi e fare scorta di calore prima di un’altra avventura nell’aria frizzante?
Alcune specie dette termogeniche hanno risolto il problema dell’impollinazione scaldando con vari stratagemmi la loro corolla, ma i bombi che frequentano i fiori dell’elleboro trovano un fiore scaldato da altri. La temperatura interna di questo fiore può essere di 5-6 °C superiore a quella dell’aria grazie alla fermentazione controllata di una parte del nettare operata da un lievito con un nome scioglilingua (Metschnikovia reukaufii), che giunge a bordo degli stessi insetti.
Come ogni produttore di vino sa, le fermentazioni sono processi esotermici, in grado cioè di produrre energia sotto forma di calore: l’elleboro ottiene lo stesso risultato delle piante termogeniche senza dover rendicontare un lavoro extra.
Nulla mai è però davvero gratis e questi batteri consumano gli zuccheri del nettare, rendendolo meno dolce e riducendo l’appetibilità calorica del buffet per i bombi (che come dopo un giro di aperitivi possono anche essere leggermente alticci). Al tempo stesso però questo diventa un segnale utile: se il fiore è più freddo significa che è più povero di zuccheri, probabilmente già fecondato, e quindi evitarlo a favore di quelli giovani, caldi, ricchi e non fecondati è un vantaggio per ellebori e bombi.
La pianta non pare contrastare la presenza degli ospiti e in ossequio alla regola evolutiva del costante adattamento alle circostanze e alle esigenze del momento, ha goduto di un’opportunità vantaggiosa. Fosse un locale da movida, l’elleboro sarebbe più avanti di tutti gli altri esercenti del settore, non solo perché esternalizza il lavoro, ma perché ha scoperto che si possono usare i funghi termici per richiamare la clientela nei suoi dehors.