Foglie che non muoiono e serie TV
Sapete cosa ci eccita nella natura? Che nulla sia lineare o banale. Che la sceneggiatura delle interazioni tra piante e resto del mondo riservi sempre quei colpi di scena che nessuna serie TV può offrire senza rischiare il proverbiale salto dello squalo.
Ad esempio, questa foglia offre un subplot tutto suo e inatteso, in apparente contraddizione con la solita trama del foliage. Cosa ci fa un’isola verde e viva in una lamina ormai rossa e morta, priva di clorofilla e nutrimenti?
Queste isole verdi sono quasi sempre associate a certi insetti e ai microorganismi che si portano dietro nell’intestino. Si tratta di specie “minatrici”, le cui larve scavano gallerie nelle foglie nutrendosene fino passaggio alla fase adulta, di solito simile a una piccola farfallina o a un moscerino. Mangiando, producono escrementi che restano nella galleria e in cui si trovano alcuni microrganismi, come quelli del genere Wolbachia. Si tratta di batteri bizzarri, che tengono un piede nella parassitosi e uno nella simbiosi coi loro ospiti.
Flashback e zoom sul picciolo della foglie, dove all’inizio dell’autunno si chiude il rubinetto della linfa e l’arrivo dei nutrienti. La chiusura arresta anche l’arrivo delle citochinine, dei regolatori della crescita capaci di indurre la senescenza della foglia: quando spariscono, tutta la macchina della fotosintesi inizia a rallentare, le cellule muoiono e la foglia diventa gialla, rossa, marrone. E muore.
Fast-forward e zoom nella galleria della larva minatrice. I batteri che festeggiano nei suoi escrementi portano in dote una capacità importante: sanno sintetizzare le stesse citochinine che non arrivano più. Così, là dove la larva scava e ha scavato, le cellule anziché morire sono tenute artificialmente in vita e vanno avanti per alcuni giorni usando le risorse rimaste, continuando a fare la fotosintesi e assicurando alla larva cibo extra e garantendo a Wolbachia maggiori probabilità di conquistare il mondo.
Se solo avessimo la pazienza di aspettare il season finale, da quell’isola verde nell’angolo della nostra foglia spunterebbe una piccola farfallina col suo bagaglio di batteri manipolatori. Pronti per il sequel, ovviamente.