Maschi, femmine e innesti
AI piedi del ginkgo secolare, nume tutelare dell’Orto, prospera una vivace nursery di piccoli ginketti (Gincotti? Ginkini?). Fin qui, tutto normale: “il frutto non cade mai lontano dall’albero” vale anche per piante arcaiche come questa, che non producono frutti veri e propri.
Lo spunto però è un altro e riguarda la storia di questi alberi in Europa: il nostro ginkgo è un individuo maschile, il che crea un ovvio cortocircuito e impone una spiegazione.
Al suo arrivo in Europa quasi trecento anni fa, Ginkgo biloba spopola da subito per la combo fascino esotico-stranezza botanica: l’oro delle foglie, la loro forma eccentrica a ventaglio, i tratti preistorici che fanno battibeccare gli studiosi, l’irresistibile attrazione per ciò che è raro e quindi ambìto. Dalle nostre parti arrivano però solo pochi individui maschili, perché il trasporto costa caro e così le poche piante giunte vengono clonate per talea. I semi importati dall’Asia sono introvabili e soprattutto prevale la fretta di avere subito una bella pianta da mostrare (ah, la vanità!). In tutta Europa quindi, alla fine del ‘700, spopolano i cloni di ginkgo maschi.
Nel 1814, il botanico Augustin de Candolle scova nel giardino di un tal Paul Gaussen de Chapeaurouge a Ginevra un raro ginkgo femmina piantato nel 1790 e ne fa innestare un ramo sul maschio dell’Orto Botanico di Montpellier, che dirige. Coi tempi placidi di altre epoche la notizia si diffonde e nel 1830 due rami dell’albero svizzero vengono innestati in Francia su giovani piante, per tentare la prima fecondazione assistita del ginkgo in Europa. Da quel momento una serie di rami femminili viene prelevata e innestata sugli individui maschili sparsi negli orti botanici del vecchio continente: Leida, Kew, Padova e anche al Palazzo di Schönbrunn a Vienna si “attacca” ai maschi un ramo femminile.
Il nostro ginkgo è coetaneo di quello del signor Gaussen de Chapeaurouge e anche lui parecchio tempo fa è stato innestato con un ramo femminile, fecondato ogni anno dalla parte maschile della pianta creando la prole in foto. Il ramo sta esattamente sopra a queste piantine (perché in effetti, come si diceva “il frutto non cade mai lontano dall’albero” vale anche per piante che non producono frutti veri e propri).
Chissà se la nostra nursery di ginketti ha nel suo albero genealogico un ramo svizzero.