Mi permette un morsettino / scusi non ce l’ho con lei
Anche sulle nostre rose compaiono periodicamente strane mezzelune, frutto del lavoro delle operose mandibole di particolari api solitarie appartenenti al genere Megachile. Che non a caso sono dette api tagliafoglie e che non a caso, abbiamo scoperto, gradiscono metter su casa nei tubi verdi e nelle canne che usiamo per sostenere proprio le rose.
Per alcuni questi insetti sono una noia: “rovinano le foglie” provocando, dicono, danni per l’estetica e forse anche per la salubrità della pianta. La realtà naturale è fatta però di equilibri tra dare e avere che non sempre sono così divisibili in bianco e nero, buono e cattivo, tagliatore e tagliato, perfetto e rovinato. C’è anche il beneficio derivante dal cedere una piccola parte di qualcosa in cambio di un servizio più importante per la sopravvivenza, ad esempio.
Le api tagliafoglie infatti sono eccellenti impollinatrici e rientrano in quella ampia e diffusa fauna di insetti che provvedono a impollinare le piante come e spesso più efficacemente delle normali api da miele. In più non si nutrono di foglie e il danno causato dalle loro mandibole è per le piante ampiamente compensato dal supporto nella fecondazione dei fiori. Per le rose il bilancio tra foglia persa e frutti prodotti grazie a Megachile è decisamente in positivo.
Il prelievo che quest’ape sta facendo e che abbiamo pizzicato al volo stamattina non ha fini alimentari, ma costruttivi. Lei si nutre di nettare ma edifica il proprio nido facendo decoupage fogliare per creare una camera protetta dentro a tubi e canne, in cui deporre le uova. Quella sottrazione è l’investimento con cui la rosa si garantisce una disponibilità di impollinatori in futuro.
Queste api pungono solo se disturbate e spacciano polline di molte altre piante oltre alle rose: per noi queste mezzelune non sono difetti, ma il segno arcuato, distintivo e vitale di un giardino ospitale e ricco di biodiversità.